Chi si definisce aspirante, o allievo?

Si definisce aspirante o allievo, un individuo che si sente sollecitato da un’inconscia spinta interiore verso il mondo dello spirito, e che pertanto si sforza di conseguire purezza di pensiero, retto movente e giusta azione.

 Il discepolo invece, è un allievo che è arrivato ad un livello di coscienza tale, per cui la sua vita è diretta dall’Anima, ed il suo lavoro è diretto a favore del Piano d’evoluzione dell’umanità. Viene poi l’Iniziato, che è colui che ha ricevuto “la terza iniziazione”, mentre il Maestro, è un essere umano che, attraverso l’esperienza di molte vite, ha conseguito “la quinta iniziazione” ed ha consacrato la sua vita al servizio dell’evoluzione dell’umanità. Quando invece si parla di Iniziazione, si intende quella cerimonia con cui il candidato viene messo nelle condizioni di accedere ad un livello di coscienza (e non conoscenza) più elevato.

La vita spirituale non consiste nell’andare in chiesa, accendere ceri, confessarsi, dare qualche spicciolo ai poveri e mormorare qualche preghie­ra. No, la vera spiritualità è una qualità della vita e sottintende un contatto con la vita celeste, pura, armoniosa, perfetta. Infatti “spirituale” significa che lo spirito si manifesta, che la Divinità si manife­sta.
Purtroppo, spesso è la forma che occupa il primo posto, senza che il contatto con lo spirito sia stato veramente stabilito. Si incontrano infatti spesso dei sedicenti spiritualisti, che hanno tutto tranne che uno spirito evoluto. In questi casi vedrete delle commedie, delle messe in scena, ma la spiritualità sarà assente. Quando lo spirito si manifesta, esso apporta nuova vita, una vita che fluisce, che purifica, che risuscita.
E’ molto importante quindi, che chi propone un messaggio al fine di aiutare l’evoluzione spirituale, lo offra permeato d’amore. Se un domani, accadesse anche a voi di essere chiamati ad insegnare, educare od informare, ricordate che ciò che rende potente la parola, non è l’argomento in sé, ma l’amore che la pervade.
Parliamo ora del “sentiero di purificazione” che l’aspirante deve intraprendere: esso consiste in una specie di esperienza preparatoria, in cui egli dimostra la propria capacità di divenire un discepolo adatto ad apprendere gli insegnamenti di un Maestro, e corrisponde alla formazione del carattere. Tale esperienza incomincia, quando si è solle­citati da un’inconscia spinta interiore verso il mondo dello spirito, l’aspi­rante incomincia allora a ridimensionare le stravaganti attività della propria vita materiale, a controllare gli istinti e i desideri, e a mettere un po’ di ordine nei propri pensieri. Il desiderio incomincia ad essere sostituito dall’aspirazione verso una vita spirituale.
Operata la purificazione emotiva e mentale, e superata la prova di fermezza e di proposito, la luce del corpo causale dell’aspirante comincia ad apparire, richiamando l’attenzione di un Maestro, il quale lo affida alle cure di un discepolo avanzato. Così l’aspirante entra sul sentiero della prova, sul quale gli viene insegnato, per prima cosa, a conoscere sé stesso, e a divenire consapevole delle proprie debolezze al fine di eliminarle, e anche a servire come un “servitore invisibile” (durante il sonno). A mano a mano poi che l’aspirante progredisce, potrà essere utilizzato in qualche particolare lavoro.
Gli vengono poi impartiti anche i primi rudimenti della “Saggezza Eterna”. Ogni notte sui piani sottili, funzionano alcune classi di scuole dirette da Iniziati dei primi due gradi, a cui l’Ego dell’aspirante in prova partecipa, senza che la personalità ne sia cosciente. Quando l’insegnamento è stato appreso, le difficoltà superate e molte esperienze accumulate, il discepolo si trova davanti alla “Porta dell’Iniziazione”. Ogni passo è stato frutto di sacrificio, ma in cambio ora gli viene data quella pace e quella gioia, che il dolore terreno non può più togliergli.

Tratto dalla dispensa “I Maestri di Saggezza” 

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