La lavatrice







Si sta come in una lavatrice.
A tratti fermi, poi lento movimento in un senso, e subito dopo nell’altro.
Arrivano notizie che, come il sapone, ti avvolgono e ti confondono,
e ancora a girare, girare, girare.

Quando si riesce si lancia un’occhiata fuori dall’oblò.
Li c’è il mondo.
Ma sono solo pochi istanti, perché il movimento trascina via.

Si sta come in una lavatrice quando viene la centrifuga.
Tutto ruota vorticosamente, non c’è tempo per pensare, non c’è un appiglio, non c’è altro senso all’infuori di quello di rotazione.

L’acqua invade tutto, diluisce, appiattisce, porta via con sé le macchie,
ma anche i colori. Penetra dentro, si respira, si espelle.
E ancora una centrifuga, e ancora dell’acqua.
Centrifuga, risciacquo.

Si è perso il senso dell’orientamento si è perso il colore, si è persa la capacità di rimanere fermi, si è persa la capacità di osservare il mondo.

Si sta come in una lavatrice.

Di Antonino Di Maio

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