La scoperta del centro di Giuseppe Boccia

La scoperta del centro

Ho iniziato a lavorare molto giovane, quando andavo ancora a scuola. Avevo trovato un lavoro a cottimo: montavo canalette e tubature lungo un confine; perciò, più rapidamente avessi lavorato, più avrei guadagnato.
Quasi subito, scoprii l’uso della livella e della sua bolla d’aria centrale; alla fine, però, constatai che, dal mio punto di vista, il risultato del lavoro pendeva verso destra. Poiché c’erano altre persone con me, chiesi cosa vedessero. Rimasi quasi sconcertato: ognuno di essi vedeva una pendenza diversa!
Comunque, era arrivato il fine settimana, così, un po’ confuso dalla cosa, partii per un ritiro nel monastero tibetano dove si trovava il monaco che mi aveva quasi cresciuto. Con me avevo portato il tubo interno della livella, che, un po’ come in un gioco da fanciullo, appoggiavo su ogni piano, per scoprire se ciò che vedevo fosse reale.
La sera, raccontai al monaco ciò che era accaduto e i miei dubbi, lui mi guardò e, con un sorriso che mi scaldò il cuore, mi disse che la mattina seguente avrei capito.
Il giorno dopo, uno dei monaci più giovani mi venne a chiamare per dirmi che dovevamo porci all’entrata del monastero e osservare. Senza farmi domande, lo seguii, sapevo che c’era una ragione…
Così, me ne stetti seduto all’entrata del cortile, mentre piano piano e quasi silenziosamente arrivavano persone. A metà mattinata, arrivò il Monaco e mi chiese: 
“Cosa vedi?”.
Io dissi ciò che avevo visto.
Lui riprese: “Guarda”.
A quel punto, mi feci così attento da notare che molte persone portavano borse e zaini su una spalla, per cui il loro corpo pendeva e anche la loro camminata era incerta, spostata a destra o sinistra.
Guardai il monaco e, senza dirgli ciò che avevo visto, gli chiesi: 
“Perché?”.
Lui rispose: “Tutti portiamo con noi una zaino pieno dei nostri fardelli, e il modo in cui li mettiamo ci porta ad avere una certa visuale”.
Così, pensai alla bolla d’aria, ma lui mi guardò (cosa dirvi… leggeva il pensiero…) e mi disse: “Se porti uno zaino pieno su una spalla, ti muoverai nella vita con passi pesanti e sempre incerti. Svuota lo zaino… e vedrai il centro”.
Per molto tempo ho portato con me l’interno di quella livella, per rammentarmi le sue parole.

Saranno trascorsi una trentina d’anni da quel momento… ho svuotato e riempito quello zaino… quante volte! Tuttavia, ho capito che i nostri rapporti, le relazioni, sono come quella livella… se ci spostiamo dal centro portando i nostri fardelli, la visuale del rapporto è falsata. I nostri giudizi saranno corrotti e non reali.
In tutto questo tempo, ho trovato solo un modo per essere al centrosenza appesantirmi: continuare ad amare, a prescindere da cosa dica o faccia l’altra persona.

La ho trovato il mio centro... L’Amore.

Giuseppe Boccia

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