La Paralisi del sonno


paralisi del sonno


Avete mai provato l'angosciante sensazione di rimanere "paralizzati" nel sonno? 

I risultati di vari studi provenienti dal mondo anglosassone hanno individuato i potenziali fattori di rischio di quella che in termini tecnici viene definita "Paralisi del sonno".


“Sono sveglio nel letto… nell’angolo della stanza ci sono due uomini. Non li posso vedere, ma so che ci sono e come sono fatti. Li posso sentire parlare. Stanno parlando della morte. Non mi posso muovere. Uno degli uomini si avvicina e si mette direttamente su di me… Sputa ed il suo sputo finisce sull’orbita del mio occhio chiuso. Posso sentire l’impatto, il bagnato, la scia di bava.”

Questa potrebbe sembrare una scena tratta da “X-Files”, ma è, invece, il racconto di un’esperienza reale, raccolta durante un progetto sulla Paralisi del sonno, rara condizione per la quale ci si sveglia nella notte, incapaci di muoversi, accompagnata, spesso, da un’ampia gamma di allucinazioni bizzarre e spaventose.
Gli episodi di Paralisi del sonno avvengono, tipicamente, nelle prime ore della notte, quando ci si sta addormentando, oppure verso la fine, quando ci si sta svegliando.
Ci sono tre categorie di allucinazioni:
  •  “allucinazioni dell’intruso”: consistono nella sensazione di una presenza demoniaca nella stanza;
  •  “allucinazioni dell’incubo”: spesso accompagnano le prime e sono caratterizzate da sensazioni di pressione sul petto e di essere soffocati;
  •  “allucinazioni vestibolari- motorie”: tipicamente non si manifestano con le altre due e consistono in “esperienze di movimento illusorio”, come il galleggiare sul letto.
Questa condizione è più comune di quel che si possa pensare. In un recente studio effettuato in Gran Bretagna, circa il 30% dei partecipanti ha affermato di aver vissuto almeno un episodio di Paralisi del sonno nella loro vita, mentre una percentuale più bassa, circa l’8% degli 862 partecipanti, ha riferito episodi più frequenti. Una rassegna sistematica di più di 30 studi, condotti in diversi Stati ha riportato, invece, una stima più prudente, pari a circa il 10%.
La Paralisi del sonno rappresenta un sintomo comune della Narcolessia, un disturbo del sonno, che agisce sulla capacità del cervello di regolare un normale ciclo sonno- veglia. Inoltre, sembra essere più frequente in alcune condizioni psichiatriche, in particolare il Disturbo Post Traumatico da Stress, e nei pazienti con Disturbo di Panico, anche se diversi individui che ne soffrono non presentano alcuna condizione psichiatrica o neurologica.
Fattori di rischio.
In uno studio recente, abbiamo cercato i potenziali fattori di rischio ed abbiamo trovato che eventi di vita stressanti, ansia e qualità del sonno avevano tutti una certa rilevanza. Ciò è confermato da altri studi, che mostrano che quelle persone che hanno un sonno interrotto o irregolare, come i lavoratori che fanno i turni, hanno un rischio più alto di essere affetti da Paralisi del sonno.
Abbiamo indagato, inoltre, se la genetica avesse un ruolo nell’eziologia di questo disturbo, confrontando la frequenza del disturbo nei gemelli monozigoti, che condividono quasi il 100% dei loro geni, con la frequenza nei gemelli dizigoti, che condividono, in media, circa il 50% dei loro geni. Abbiamo trovato che c’era, effettivamente, un collegamento genetico. La nostra ricerca afferma, in più, che una particolare variazione, in un gene coinvolto nella regolazione del nostro ciclo sonno-veglia, potrebbe essere associata con la Paralisi del sonno, ma sono necessari ulteriori studi per confermarlo.
Studi di laboratorio.
Ogni notte, noi passiamo attraverso una serie di differenti stadi del sonno (guarda la figura sotto). Dopo esserci addormentati, passiamo dagli stadi 1 a 3, durante il quale si cade in un profondo livello di incoscienza, chiamato, comunemente, sonno non-REM. Dopo essere tornati allo stadio 1, entriamo nel periodo di sonno REM (Movimento Rapido degli Occhi), che è importante per una serie di ragioni.soremIl sonno REM è un periodo di attività cerebrale accresciuta, caratterizzato da sogni vividi, durante il quale i nostri muscoli sono completamente paralizzati (a parte gli occhi ed il sistema respiratorio). È stato scoperto che questo meccanismo di paralisi serve a non farci agire i nostri sogni, in base a quanto emerse in quei rari casi in cui questa veniva a mancare ed i pazienti agivano fisicamente il contenuto dei loro sogni.
Un gruppo di ricercatori giapponesi, di recente, è riuscito ad indurre degli episodi di Paralisi del sonno, deprivando i partecipanti del sonno REM. Essi hanno rilevato che, se interrompevano a sufficienza i periodi REM, i soggetti sarebbero entrati, alla fine, nel cosiddetto “Sudden Onset REM” (SOREM), ovvero il passaggio diretto dalla veglia al sonno REM, bypassando gli altri stadi (linea tratteggiata nella figura). È stato trovato che, come conseguenza di questi periodi SOREM, i partecipanti avevano più possibilità di vivere un episodio di Paralisi del sonno, confermando, così, i precedenti studi, i quali avevano concluso che un sonno disturbato ne aumentava il rischio. Essi ci dicono, quindi, che la Paralisi del sonno è strettamente legata al sonno REM, per cui ciò che accade effettivamente è che ci si sveglia e si è consapevoli di ciò che si ha intorno a sé, ma, allo stesso tempo, si rimane in questo stadio, il che comporta che i muscoli sono paralizzati. In altre parole, la mente si sveglia, ma il corpo no.
Sfortunatamente, finora non sono stati individuati possibili trattamenti medici per la Paralisi del sonno, anche se gli antidepressivi possono essere prescritti nei casi più gravi. Comunque, la ricerca suggerisce che cercare di mantenere abitudini salutari e regolari riguardo il sonno potrebbe essere un buon rimedio per poter ridurre la frequenza di tali episodi.
Altri dati elencano anche una serie di possibili strategie di prevenzione, come cambiare la posizione in cui si dorme, migliorare le abitudini e curare la dieta e l’esercizio fisico. In uno studio in cui si chiedeva alle persone, che si servivano di una di queste, quanto essa fosse efficace, il 79% degli intervistati riteneva che funzionasse.
Un altro approccio possibile consisterebbe nel provare ad interrompere gli episodi, piuttosto che prevenirli, provando a muovere delle parti del corpo (ad esempio un dito), o nel cercare di rilassarsi. Il 54% delle persone che usavano quest’ultimo metodo ha ritenuto che esso fosse vantaggioso.

Anche se la Paralisi del sonno può essere un evento terrificante da vivere, i soggetti che la esperiscono dovrebbero provare a ricordare che esso è temporaneo ed innocuo. In più, si è vicini al trovare una soluzione: visto che i ricercatori stanno gradualmente imparando di più su cosa causi questo disturbo, ci sono concrete possibilità che un giorno sarà individuato un trattamento efficace.

Tratto da: psypost.org

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