Il fuoco ancestrale, dal Libro Rosso di Jung


Dal Libro Rosso di Jung: Il fuoco ancestrale deve tornare ad ardere, poichè la notte del mondo è lunga e fredda


Di seguito un passo tratto dal Libro Rosso di Jung che è molto attuale per questi giorni, per questo approssimarsi dei giorni verso la fine del 2016.
Il Libro Rosso oggi ci parla (o Ci legge) in mille modi sempre più attuali per noi, come quegli antichi testi sapienziali che aprono orizzonti e squarciano veli sul presente e sul futuro che ci sta innanzi. Le parole che seguiranno sembrano risuonare oggi più che mai nei cuori del mondo attuale, in seguito ai recenti eventi e a quelli accaduti in tutto l’anno, sempre più simbolici.

Buona lettura!

«il Potente è caduto, giace a terra.
Per amore della vita la forza deve cedere.
Dovrà essere ridotto il raggio della vita esteriore.
Molta più intimità, fuochi solitari, caverne, grandi foreste oscure,
piccoli insedimenti di pochi individui, fiumi dal pigro corso,
silenti notti invernali ed estive, poche navi e pochi carri,
e tener nascosto in casa ciò che è raro e prezioso.
Da lontano i viandanti si mettono in cammino su strade solitarie e vedono le cose più varie.
La fretta diventa impossibile, cresce la pazienza.
Tace il frastuono del giorno secolare, e all’interno divampa il fuoco che scalda.
Attorno al fuoco siedono le ombre di un tempo, si lamentano sommesse e danno notizie del passato. (…)

Tra noi arde un antico fuoco segreto che manda poca luce e grande calore.
Il fuoco ancestrale, che ha vinto ogni necessità, deve tornare ad ardere,
poiché la notte del mondo è lunga e fredda, e grande è la necessità.
Il fuoco ben custodito riunisce quelli che sono lontani e quelli che sono infreddoliti,
quelli che non possono vedersi né toccarsi,
esso vince la sofferenza e spezza la necessità.»

(Carl Gustav Jung – Libro Rosso, p.280)

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